Pagina aggiornata il 17 Settembre, 2024
Sapete a quale struttura ci stiamo riferendo?
Per coloro che non conoscono Torino spieghiamo il percorso da seguire per giungere al ponte.
Arrivando in treno alla Stazione Porta Nuova si prosegue poi, attraversando Piazza Carlo Felice, in via Roma fino in fondo, dove troviamo Piazza Castello. Qui, girando a destra, si prende via Po che vi condurrà in Piazza Vittorio Veneto, sulle sponde del fiume Po, ai Murazzi, dove si trova il nostro ponte.
Tutto il tragitto è caratterizzato dalla presenza dei famosi portici torinesi.
Il Ponte Vittorio Emanuele I a Torino
Iniziamo con il dire che i ponti cittadini sul Po erano malmessi ai primi dell’ottocento.
Quello di Piazza Vittorio Veneto, tra l’altro, portava i segni dell’alluvione risalente al 1706.
Dall’anno della sua costruzione (1495), ad opera di Antonio Becchio di Villanova d’Asti, erano trascorsi tre secoli.
Si presentava con rattoppi di legno in alcuni punti. Quindi, quando Napoleone entrò vittorioso a Torino, decise di costruire un ponte degno del suo impero. L’idea venne il 27 dicembre 1807 e i lavori iniziarono il 22 novembre 1810.
Il primo a varcare il ponte, nell’ottobre 1813, fu il Principe Borghese, marito di Paolina Bonaparte, che all’epoca era il Governatore di Torino e del Piemonte. Vittorio Emanuele I, infatti, era in esilio in Sardegna e tornò solo dopo la sconfitta di Napoleone, il 20 maggio 1814.
Si narra che il Re non fu molto contento di questa nuova costruzione, poiché definita “roba di Francia”. I rapporti tra italiani (anche se ancora l’Italia non era unita) e i francesi non erano dei migliori.
In Francia si diceva che “l’Italia non è ormai che la patria dei maccheroni e del sole“.
Dopo i primi pensieri sulla demolizione della struttura si passò poi a considerare di tenerla così com’era, intitolandola a Vittorio Emanuele I.
Evidentemente risultava un ponte assai utile e resistente, rispetto a quello vecchio. Una sua distruzione per una successiva ricostruzione sarebbe costata un po’ troppo per le casse sabaude. Logico invece approfittare del “dono” di Napoleone, tuttora in piedi (vedi foto qui sotto).
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