Pagina aggiornata il 5 Febbraio, 2024
19 / 04 / 2009 – Ancora una volta il colpo d’occhio e il calore che hanno accompagnato l’ingresso dei 22 in campo è stato entusiasmante. Tutto lo stadio, tranne lo spicchio di tifosi nerazzurri colorato con un tricolore, sventolava bandiere bianconere, in curva Scirea campeggiava un enorme scudetto con il numero 29. Perché per il popolo bianconero gli scudetti sono e saranno sempre 29. Prima o poi il mal tolto tornerà ai legittimi proprietari.
Invece la partita di ieri sera ha evidenziato la netta superiorità dell’Inter rispetto alla Juventus. È inutile nascondersi dietro agli alibi degli assenti o alle recriminazioni del mani in area su tiro di Giovinco. Piuttosto c’è da ringraziare la sorte che questa partita sia finita in parità, perché l’Inter meritava la vittoria. Superiorità netta in tutti i reparti, con i soli Chiellini e superGigi Buffon ad arginare una corazzata, quella nerazzurra, molto ben organizzata, veloce, e ben disposta.
Il portiere della Nazionale, che qualche incosciente vorrebbe lasciare andar via inseguendo la chimera di chissà quali grandi acquisti per la Juve, in ben quattro occasioni ha chiuso la porta ad azioni insidiose degli interisti, altrimenti ci sarebbe stato un risultato molto più pesante: extraterrestri le uscite a valanga su Ballottelli al 9° del primo tempo e su Figo al 36°, più alla sua portata le respinte sulle due bordate da fuori di un eccellente Stankovic al 49° e al 79°. Giorgione Chiellini è l’unico a potersi confrontare di fisico, di testa e di velocità con Ibrahimovic, Ballottelli o Cruz e al 67°, se solo avesse stoppato con maggior precisione, poteva anche scapparci un suo gol, ma alla fine il suo tiro è stato ribattuto da un rientrante Samuel in scivolata.
La supremazia dell’Inter, invece, è su tutti i reparti. A parte la linea difensiva, dalla metà campo in su tutti gli uomini di Mourinho, a cui vanno i miei omaggi, mostrano una dinamicità e una mobilità totale sul campo che disorienta i bianconeri, invece, sempre molto bloccati su posizioni e schemi molto statici e prevedibili.
L’unico bianconero a provare a far saltare gli schemi è il Capitano Del Piero, che, infatti, si danna e si batte per tutto il tempo in cui è in campo. Ma non è facile quando attorno a sé c’è il vuoto. È sua, quindi, l’invenzione che al 30° mette Marchionni da solo davanti a Julio Cesar, ma il laterale romano spreca tutto non scavalcando l’estremo difensore nerazzurro in uscita. È sempre lui al 42° a impegnare Julio Cesar su punizione, anche se ci vorrebbe ben altro per impensierire il numero uno brasiliano.
Il primo tempo tutto sommato risulta abbastanza equilibrato.
Nel secondo tempo, invece, la Juventus rimostra il non nuovo calo fisico, mentre l’Inter per la maggior parte del tempo si accontenta di amministrare la gara, stranamente senza infilzare un’avversaria palesemente più modesta.
Solo al 63° con una ripartenza devastante che inizia nella propria area e si conclude con il sigillo di Mario Ballotelli, l’Inter arriva al gol. Magnifica azione quella interista, che però evidenzia tutta la pochezza della mediana della Vecchia Signora, dove Tiago e Poulsen appaiono drammaticamente inadeguati a partite di questo livello. Il danese ancora più del portoghese, ma è un confronto ai minimi termini quello fra i due centrocampisti della Juve di quest’anno, augurandosi che sia solo di quest’anno.
Dal gol in poi si ha la netta sensazione che l’Inter possa dilagare, ma non lo fa.
Ranieri tergiversa sempre un’infinità a fare qualche cambio riequilibratore e quando finalmente questi arrivano (72° il primo), ci si chiede quale è la visione delle partite dell’allenatore romano. Continua a tenere in campo un Poulsen lento, inutile se non nocivo, impacciato, sovrastato e soverchiato e inserisce Trezeguet per Marchionni, un’ala sempre mobile, che potrebbe servire delle buone palle alla stessa torre franco-argentina. Infine all’82° inserisce Giovinco per il Capitano, Poulsen sempre in campo, ed esce così uno dei pochi che almeno con una punizione può trovare l’insperato gol del pari.
Questi arriva al 90° con un’incornata di Grygera su corner di Giovinco. È il pari, immeritato, che chiude la partita.
Difficile festeggiare per il tifoso bianconero, raramente nella sua storia così umiliato dalla palese distanza abissale rispetto ad una sua diretta rivale. Le responsabilità sono di tutti a partire da chi acquista giocatori clamorosamente impresentabili in maglia juventina, ma la direzione tecnica della squadra inizia a divenire alquanto indifendibile.
(Mauro Napoli)
- Pippo – Un saluto a Mauro Napoli e a Rocco Paradiso, ottimi cronisti di ecoditorino.org. Ho visto un personaggio strano nel fine settimana vagare nel centro di Torino e urlare: Montero torna!!! Marocchi dove sei?? Penna bianca, torna da noi! Forse eri tu Mauro?? Sembrava una stagione memorabile e invece… Rosa inadeguata, errori tecnici e tattici, acquisti sbagliati, infortuni (e il preparatore avrà colpe?), dirigenza spesso miope… Sono fiducioso per stasera. Sarà difficile, ma non voglio credere che non abbiano un po’ di orgoglio e voglia di arrivare ad alzare un trofeo. Vogliamo salutare l’ultima stagione di Nedved con un “nulla di fatto”? Sarebbe stato meglio la coppa campioni naturalmente, ma, in mancanza di altro, facciamoci bastare una coppetta nazionale!
- Mauro Napoli – Un carissimo saluto a un carissimo amico che si cela dietro il nome di bunet blucerchiato. Voglio rassicurare lui e tutti i miei affezionati lettori che sto bene. Chiedo alla trasmissione “Chi l’ha visto” di lasciarmi in pace, sto bene e non sono sparito.
Questa Juve mi fa disperare, perché è sempre sul punto di compiere un campionato strepitoso e poi si pianta. Troppo spesso le stesse lacune (atleticità limitata, schemi rigidi e lenti, infortuni a caterve), c’è sicuramente un problema. Ora si è rifermato Chiellini. E anche Amauri. E affrontiamo la semifinale di Coppa Italia con Ariaudo, forse, e Mellberg. Ditemi voi se tutti questi infortuni sono accettabili. Questa sera sarà durissima, la Lazio è forte, rapida, veloce, tecnica. Sarà durissima. Un saluto a tutti i miei affezionati lettori. - Bunet Blucerchiato – Partiamo da un appello. Qualcuno corra dall’autore del pezzo perché gira senza meta nei dintorni di Piazza Castello completamente ignudo con una foto di Porrini attaccata alla schiena ed una frusta a sette code con la quale si sta autoflagellando da tre giorni. Numerose sono state le chiamate a “Chi l’ha visto” ma al momento dalla sede della Guardia Padana di Pinerolo fanno sapere di non essere ancora riusciti a porre fine allo scempio. Tornando al football mi stupisco del disfattismo con cui la Juve e i suoi tifosi stanno
affrontando questo momento. Sarebbe bene ricordare che si tratta dell’unica squadra che ha davvero pagato Calciopoli e che, nonostante tutto, è stata l’unica a dare fastidio all’Inter fino ad oggi. Capisco che per i tifosi juventini non sia abbastanza, ma a mio dire è già un miracolo. Un consiglio, se Cannavaro tornasse alla Juve non andate più allo stadio, uno che se ne va quando la barca affonda e torna quando il mare è calmo ha un solo nome che comincia con “M” e fa rima Perda. Saluti - Pippo – Prima di tutto complimenti per le nuove foto che accompagnano l’articolo. Rifondare la squadra è la priorità a partire dalla guida tecnica, che molto spesso è sembrata miope e “dimessa”. la juventus ha un potenziale offensivo enorme, ma quando abbiamo visto in campo il tridente? mai o quasi… quando in campo i giovani talenti? al minuto 80 quando va bene… Io nel cambiamento partirei dalla panchina e dal direttore sportivo. Quanti bidoni acquistati? troppi
- Rosario da Santa Fè – Caro rassegnato, effettivamente leggendo la tua lucida analisi verrebbe voglia di dedicare le proprie passioni al curling. Invece la Juventus ci farà ancora sognare. Io esorto la dirigenza ad acquistare SuperPippo Inzaghi e vedere se Di Livio e Torricelli son liberi per l’anno prossimo.
- Conte, l’allenatore giocatore. Ovviamente scherzo, ma visto che questi dirigenti di calcio ne capiscono poco, quasi quasi preferisco un ritorno al passato che qualche nuovo coniglio tirato fuori dal cilindro.
- Rassegnato – Conte? Un incognita. Lippi DT? Un sogno. Cannavaro? Una minestra riscaldata e scaduta. Dobbiamo pensare al futuro e per questo non serve certo un 36enne. In 2 anni 2 acquisti buoni (Sissoko, Amauri), 3 parametri 0 buoni come panchinari e una serie di acquisti fallimentari. Purtroppo siamo troppo lontani per poter pensare che una sola campagna acquisti ci faccia tornare al top, ma 1 innesto all’altezza all’anno non è certo sufficiente anche perché oltre a cercare di migliorare nei vari reparti, dobbiamo sostituire i bidoni. Se invece di Tiago e Almiron si fossero presi subito Sissoko e Hamsik, non avremmo gettato i soldi per Poulsen e quelle risorse avremmo potuto utilizzarle per la difesa. Adesso invece siamo ancora alla caccia di un centrocampista per cui la difesa fatta con Grygera Legrottaglie e Molinaro non è un emergenza e al massimo sarà completata da qualche colpo alla Knezevic. Certo non è possibile fare sempre gli acquisti giusti, il calcio mercato non è scienza esatta ma il valore di chi fa il mercato si valuta in base alla percentuale di acquisti giusti rispetto a quelli sbagliati e in questi due anni la dirigenza juventina è stata insufficiente, temo qualche coniglio tireranno fuori dal cilindro quest’estate..