Pagina aggiornata il 4 Aprile, 2024
Quanti di voi conoscono le vere origini dell’aperitivo? Dove è nato?
Forse qualche piemontese. Difficilmente, però, uscendo dai confini regionali, si riuscirebbe a trovare la risposta giusta a queste domande.
Uno dei tradizionali momenti spensierati e allegri della giornata, soprattutto durante il fine settimana, ha radici antiche.
Un rito che ha ottenuto, soprattutto a partire dal secolo scorso, un successo planetario, coinvolgendo lo stile di vita di miliardi di persone.
Storia dell’aperitivo
In Grecia, nel V secolo a.C., Ippocrate consigliava una bevanda a base di vino bianco e un infuso di fiori, assenzio e ruta. Serviva a stimolare l’appetito a chi non ne aveva un granché. Poi è stata la volta dell’Antica Roma dove si beveva il mulsum, ossia vino e miele insieme. Sempre per il medesimo scopo: far venire l’appetito.
Etimologia: il nome stesso (“aperitivo”) deriva dal latino “aperitivus” (“che apre”).
Tuttavia, il prodotto che tutti noi oggi conosciamo, e che solitamente si consuma prima di cena, è nato a Torino, in una piccola bottega.
Siamo nel XVIII secolo. Tutto iniziò sotto i portici di piazza Castello (allora chiamata “Piazza della Fiera”). Qui vi era la liquoreria del Signor Marendazzo. Il suo aiutante, emigrato dal biellese, era un certo Antonio Benedetto Carpano.
Il desiderio di Carpano, dopo aver provato il moscato e averne apprezzato le straordinarie qualità, era quello di creare un vino aromatizzato. L’intuizione venne incoraggiata dalla precedente esperienza presso alcuni frati della sua terra d’origine. Questi, infatti, gli insegnarono “l’arte delle spezie”, in modo da riconoscerle e utilizzarle a seconda dello scopo.
Nacque così il Vermouth (o Vermut, Vèrmot), un liquore apprezzato talmente tanto dai torinesi, da rendere la liquoreria il locale di ritrovo più gettonato della città per 140 anni. Era il 1786. Anche il re Vittorio Amedeo III lo trovò squisito, al punto da chiedere di sostituire il Rosolio, la tradizionale bevanda alcolica di corte.
Il Vermouth è il frutto di una fusione tra il vino bianco e oltre 30 tipologie differenti di spezie, con l’aggiunta di zucchero.
Il grande successo dell’aperitivo di Carpano si diffuse in tutto il Piemonte, dando origine ad una straordinaria filiera di liquori, con marchi diventati famosissimi, in Italia e all’estero. Parliamo di Cinzano (Pecetto Torinese), Gancia (Canelli, in provincia di Asti), Anselmo (da un piccolo laboratorio di via Mazzini, a Torino), Ballor (a Cambiano) e, soprattutto, di Martini & Rossi (Pessione, frazione di Chieri) con la nascita dell’aperitivo d’eccellenza, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Il Martini.
L’imprenditore Alessandro Martini, insieme all’estro creativo di Luigi Rossi, esperto di fragranze botaniche, iniziò nel 1863 in via Dora Grossa (l’attuale via Garibaldi). Il loro primo vermouth si chiamava “Martini Rosso”.
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Questa è solo una delle tante affascinanti storie legate a Torino e al Piemonte. Una città e una regione ricche di invenzioni, intuizioni, dove sono nati diversi marchi oggi famosissimi. Personaggi che hanno contribuito alla realizzazione di storici primati nel nostro territorio.
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