Pagina aggiornata il 19 Aprile, 2024
Esistono storie che non si possono conoscere se non sfogliando vecchi libri. Perché non hanno trovato spazio nella memoria storica e non sono state tramandate da una generazione all’altra. Alcune non sono particolarmente interessanti, mentre per altre vale la pena un loro meritato recupero.
Su un libro pubblicato nel 1898*, che narra vicende della città piemontese nonché dei suoi luoghi caratteristici, è presente una pagina affascinante, costituita da un’immagine disegnata e un breve testo.
L’argomento trattato è il Carnevale del 1865. Un episodio in particolare.
E’ il giorno della Domenica Grassa e siamo in piazza San Carlo, a Torino.
Ad un certo punto, in prossimità del monumento dedicato a Emanuele Filiberto, la carrozza del Re Vittorio Emanuele II di Savoia si ferma dinanzi ad un uomo a cavallo.
Questi era un Gianduja in camicia che, non appena il sovrano si sporse per stringergli la mano, gli disse:
- “Maestà, për ti e për l’Italia i l’hai dait tut e i son pront a dé anche la camisa“.
Il cittadino a cavallo si chiamava Federico Dogliotti e lavorava presso la Compagnia d’Assicurazioni “Toro”, nata a Torino nel 1833 come “Compagnia Anonima di Assicurazione contro i danni degli Incendi a premio fisso“.
Una simpatica curiosità legata alla nostra città, che alimenta un po’ la memoria storica di un tempo passato, di circa 160 anni fa, quattro anni dopo l’Unità d’Italia (avvenuta nel 1861).
Siamo in un periodo molto particolare delle vicende italiane. Proprio nel febbraio del 1865, il re Vittorio Emanuele II si trasferisce a Firenze. La nuova (e temporanea) capitale d’Italia, in attesa del definitivo spostamento a Roma.
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*Titolo del libro: “Torino e i torinesi – Minuzie e memorie“, di Alberto Viriglio.
Vi sono storie e curiosità che solo nei vecchi libri si possono trovare.