Pagina aggiornata il 17 Maggio, 2024
Dopo l’allontanamento di 25 persone dal campo nomadi abusivo di Lungo Stura Lazio, a Torino (leggi in basso), segnalato dalle autorità lo scorso 17 luglio, il Comune ha ieri divulgato alcune informazioni circa un nuovo sgombero nella stessa area torinese.
In virtù del sequestro nella zona, deciso dalle Autorità giudiziarie, sono state “invitate a lasciare” il campo, con il supporto di Polizia e Carabinieri, altri 20 Rom che vi stazionavano senza autorizzazione.
Come già specificato nell’articolo precedente, questi cittadini non avevano i requisiti per poter essere inclusi in programmi sociali di integrazione e avviamento lavorativo.
Da sottolineare il fatto che le persone allontanate vivevano in una situazione igienica e sanitaria inaccettabile, pericolosa per loro e per la comunità, con il rischio di diffusione malattie. Per completare la bonifica sono stati eliminati anche i rifiuti trovati nell’area.
Due cittadini, con precedenti, sono stati condotti in Questura.
Sale così a 80 il numero delle baracche abusive che nel 2014 sono state rase al suolo. 56, invece, il numero di persone che ha accettato di rispettare le norme previste dal progetto comunale per l’inserimento in società.
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17 / 07 / 2014
Allontanamento di 25 persone dal campo nomadi abusivo di Lungo Stura Lazio
Il Comune ha divulgato quest’oggi un comunicato dove spiega l’allontanamento di 25 cittadini Rom che si trovavano all’interno del campo nomadi di Lungo Stura Lazio.
L’operazione rientra nel progetto di smantellamento dell’area, dove sono stati rimossi 60 su 91 insediamenti abusivi. Le persone fatte evacuare, dalla Polizia municipale e dalle forze dell’ordine, non hanno i requisiti, come altri già sistemati, per poter usufruire del sistema di integrazione sociale. Per partecipare si devono rispettare alcune regole fondamentali e lavorare, in modo da rendersi autonomi a livello economico, a partire dalle spese per la nuova abitazione proposta dall’amministrazione comunale (come il social housing).
I Rom aderenti all’iniziativa sono stati suddivisi in diverse zone di Torino e provincia. Sette famiglie, invece, hanno accettato di ritornare nel proprio Paese, grazie ad un coordinamento con associazioni rumene e alla possibilità di un inserimento lavorativo.
Entro il termine del 2014 dovrebbe essere evacuato l’intero campo nomadi.