Pagina aggiornata il 27 Marzo, 2024
“Il sistema antincendio della ThyssenKrupp Acciai Speciali punta su prevenzione e protezione“.
Questa la frase che trovammo sul sito internet ufficiale della Thyssenkrupp, il giorno stesso della tragedia in cui persero la vita sette lavoratori.
Era la notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 dicembre 2007.
A quindici anni dal triste evento, Torino continua a ricordare le vittime del rogo nello stabilimento di corso Regina Margherita. Cerimonia presso il cimitero Parco, davanti alla lapide commemorativa.
Presenti i familiari, madri, mogli e figli, tra commozione e rabbia, ancora oggi in attesa di giustizia; il sindaco Lo Russo e altre personalità delle istituzioni.
“Vogliamo risposte che, dopo quindici anni, sono quanto meno un atto dovuto. Non è stato un incidente sul lavoro come lo vogliono fare intendere“, la responsabilità è di “gente ignorante e incompetente in quella maledetta fabbrica“. Queste le parole di Laura Rodinò, sorella di Rosario, una delle sette vittime alla ThyssenKrupp.
Seguono articoli precedenti, inclusi quei tristi giorni del 2007
06 dicembre 2017
Incendio ThissenKrupp di Torino, 6 dicembre 2007
Esattamente dieci anni fa, nello stabilimento della ThyssenKrupp di Torino, scoppiò un terribile incendio che provocò la morte di sette lavoratori:
Antonio Schiavone, Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino.
Questa mattina, mercoledì 6 dicembre, la commemorazione con rappresentanti del Comune e della Regione.
05 dicembre 2013
In occasione di questo triste anniversario, la Città di Torino ricorderà, venerdì 6 dicembre, le sette vittime dell’incendio.
Si svolgerà una cerimonia presso il Cimitero Monumentale, insieme ai parenti degli operai scomparsi. Alle 9.30 inizierà a muoversi lungo corso Novara (dal numero civico 135) un corteo che raggiungerà la lapide, presso il Giardino della Quiete, dedicata ai lavoratori della Thyssenkrupp. Una composizione di fiori sarà portata, a nome del Comune di Torino, anche al Cimitero Parco, dove riposa Rocco Marzo.
Aprile 2008
Mostra – ThyssenKrupp: “Chi muore al lavoro” . L’esposizione raccoglie 75 fotografie, selezionate tra oltre 2 mila pervenute a cittAgorà da fotografi professionisti, foto-amatori, familiari delle vittime, colleghi di lavoro, amici, cittadini comuni. Durante l’evento saranno proiettati i filmati del TGR Piemonte RAI sulla vicenda della fabbrica torinese. Il ricavato andrà al Fondo per le vittime del lavoro istituito dal Comune di Torino.
Dal 23 aprile al 18 maggio 2008 (ingreso gratuito) presso Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in via Modane 16 a Torino.
Informazioni: sito del Comune di Torino dedicato all’Anno della Sicurezza nei luoghi di lavoro www.comune.torino.it/annosicurezza.
Vedi anche articolo sulla pellicola “La classe operaria va all’inferno“
19 dicembre 2007
Neanche Rosario Rodinò, 26 anni, ce l’ha fatta. Salgono adesso a sei le vittime dell’incendio scoppiato alla ThyssenKrupp di Torino. Il Comune di Torino si costituisce parte civile.
16 dicembre 2007
L’incendio scoppiato alla ThyssenKrupp di Torino ha causato un altro decesso. Si tratta di Rocco Marzo, 54 anni, il quinto operaio che ha perso la vita.
13 dicembre 2007
“Il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro“, queste le parole pronunciate dall’arcivescovo di Torino, Severino Paoletto, durante l’omelia nel Duomo, per i funerali dei quattro operai della Thyssen Krupp.
12 dicembre 2007
Oggi, 12 dicembre 2007 (ore 11), presso il Duomo di Torino, si svolgeranno i funerali degli operai, vittime dell’incendio alla Thyssen Krupp.
La commemorazione inizierà all’Ospedale San Giovanni Bosco alle 9.30. Serrande negozi chiusi per qualche minuto. Diverse iniziative in tutta Italia contro gli infortuni sul lavoro.
07 dicembre 2007
Ieri Antonio Schiavone, stamattina Roberto Scola e nel tardo pomeriggio Angelo Laurino. Sono salite a tre le vittime dell’incendio alla ThyssenKrupp. Neanche Angelo ce l’ha fatta, aveva 43 anni, mentre Roberto ne aveva solo 32 e due figli. Anche Antonio, 36 anni, aveva tre figli. Altri quattro colleghi, con ustioni tra il 60 e il 95%, sono in bilico tra la vita e la morte; una morte assurda, causata da scarsi controlli sulla sicurezza, forse, dicono alcuni, perché lo stabilimento stava per chiudere (i dipendenti, in passato, hanno lottato per evitarne la chiusura); sono lavoratori giovani, lavoratori con famiglie, lavoratori ad un passo dalla pensione.
Nell’indagine si parla di estintori vuoti, di telefoni non attivi… certo non l’ideale per un impianto in cui si ha a che fare con alte temperature, olio bollente, fusione di acciaio… se poi si considera che la vicinanza con la sede dei vigili del fuoco, non ha evitato la tragedia, cresce la rabbia.
Non si può morire sul lavoro come si moriva un secolo fa; siamo sbarcati sulla Luna, abbiamo internet e cellulari, abbiamo medici che fanno trapianti straordinari di organi ma abbiamo pure operai che lavorano in condizioni pericolose, rischiando la vita, senza che qualcuno, nelle alte sfere, se ne preoccupi.
L’incidente a Sebastiano Calarco, a Mirafiori, ha suscitato molte polemiche sulla sicurezza al lavoro. Ma son bastati pochi giorni per dimenticare l’accaduto e ricominciare come se niente fosse.
La paura è che anche questa volta, appena le varie tv-radio-giornali smetteranno di parlarne, si ritornerà alla realtà, all’insicurezza sul lavoro, non solo intesa come occupazione precaria ma anche come rischio d’incidenti.
Per oggi era programmato l’incontro tra i sindacati e i vertici dell’azienda, mentre la magistratura si occupa dei relativi accertamenti per verificare le responsabilità sull’accaduto.
Otto ore di sciopero lunedì 10 dicembre, sia a Torino che a Terni, dove ha sede il gruppo siderurgico, mentre venerdì 14 è prevista l’ astensione nazionale dal lavoro di due ore da parte dei metalmeccanici.
Un saluto a:
Antonio Schiavone, 36 anni
Roberto Scola, 32 anni
Angelo Laurino, 43 anni
e un augurio di guarigione a:
Bruno Santino e Giuseppe De Masi, i più giovani fra gli operai feriti
Rosario Rodinò, 26 anni
Rocco Marzo, 54 anni.