Pagina aggiornata il 5 Febbraio, 2024
“Aries Project” significa un calcio, una schiacciata, una racchettata o uno “scacco matto” al razzismo
Si è concluso in questi giorni il progetto internazionale nato per combattere la discriminazione e le disuguaglianze attraverso lo sport.
Un anno e mezzo di iniziative organizzate in zone europee difficili e svantaggiate, in territori multietnici ove si cerca di costruire le basi fondamentali di una democrazia basata sui diritti.
Sport come medicina contro stereotipi e pregiudizi, Sport contro violenza e razzismo. Sport. Un’impegnativa sfida che il Progetto Aries ha voluto affrontare con numerose idee e tanta buona volontà, ottenendo ottimi risultati e un pregevole riscontro in realtà particolari.
Ma cos’è “Aries”? Cerchiamo di riportare, a grandi linee, il percorso intrapreso nell’arco dei diciotto mesi.
Il primo appuntamento ha visto, lo scorso anno (2-7 aprile), la realizzazione di workshop, tavola rotonda e tornei sportivi a Torino. Presenti agli eventi rappresentanti di NGO locali, scuole, autorità locali, gruppi di gioventù appartenenti ai paesi partner del progetto. Circa quaranta persone provenivano da Bulgaria, Romania, Austria e due rappresentative dalla Turchia. Il torneo sportivo è stato organizzato con i bambini svantaggiati romeni e bulgari (orfani, bambini rom, handicappati finanziati da un progetto UE differente).
Obiettivi: educare i vari rappresentanti all’idea di “Sport contro il razzismo” e trasmettere ai ragazzi un messaggio: lo sport come strumento per creare integrazione contro qualsiasi differenza.
Il 16 maggio 2009 è stata la volta della Bulgaria: a Plovdiv, seconda città per popolazione, il primo modulo di attività, organizzato dalla Fondazione Coraggio (partner in Bulgaria) e dall’Associazione Scacchistica Rokada.
Seminari e discussioni sul concetto di “differenza”, rivolti a bambini e ragazzi dagli 11 ai 16 anni: “che cosa significa essere differenti? Le differenze sono fattori positivi o negativi? Come approcciarsi alle differenze?”.
Il torneo di scacchi, costituito attraverso sei squadre miste, è stato seguito da giornalisti della testata Maritza e dal quotidiano territoriale di Plovdiv.
Il terzo appuntamento (30 settembre-2 ottobre 2009) ha trovato “casa” in Romania. Seminari e tornei sportivi sono stati suddivisi in due moduli: il primo coinvolgeva ministri ufficiali, insegnanti scolastici e NGO operanti nel settore sportivo; il secondo coinvolgeva studenti di scuole superiori in aree rischiose di Bucarest (popolazione rom). Argomenti principali degli incontri: politiche europee sull’anti-discriminazione e pari diritti, opinioni ed esperienze personali, idee per combattere la discriminazione. L’Associazione per l’Ecologia, Sport e Turismo si è occupata dell’organizzazione principale.
Il 14 ottobre 2009 si è tornati in Bulgaria, con attività organizzate dalla Fondazione Coraggio (Bulgaria) -con il supporto del comune di Jagoda- e dal club di calcio cittadino, nella regione di Stara Zagora. La scelta è caduta volutamente su Jagoda perché situata in un’area con un alto numero di minoranze (Rom).
Oltre al seminario e la presentazione dei progetti precedenti, è stato organizzato un torneo tra squadre miste. Una televisione locale ha trasmesso diversi momenti dell’evento e intervistato il presidente del partner leader (Comitato Territoriale Uisp di Ciriè Settimo Chivasso).
Infine, dal 5 all’8 giugno di quest’anno, la trasferta del comitato Uisp a Plovdiv, in compagnia di altri rappresentanti di associazioni italiane e l’inviato dell’Eco di Torino.
Un incontro italo-bulgaro per tirare le somme e fare il punto sui risultati del progetto. Una settantina di bambini e ragazzi (dai 10 ai 15 anni), genitori, insegnanti, psicologi, responsabili, hanno accolto la delegazione torinese regalando alcuni momenti di riflessione e di sport. Giochi di gruppo per mettere a proprio agio i ragazzi hanno caratterizzato l’inizio dell’incontro; si è quindi passati a dibattiti sul concetto di “differenza”, “discriminazione”, “razzismo”, argomenti che i ragazzi hanno affrontato con interesse e opinioni davvero originali.
Sono poi seguite attività sportive con corse a squadre e partite di pallavolo.
L’entusiasmo dei giovani bulgari, che ha trovato supporto anche dalla consegna delle magliette e dei gagliardetti Aries, è stato contagioso.
Conclusione: utilizzare lo sport come strumento d’integrazione, contro il razzismo, si è rivelata un’idea vincente. Sicuramente Da ripetere.
Info Progetto Aries Bulgaria
Il progetto “Aries” è stato curato da Uisp – Ciriè Settimo Chivasso (Torino, Italia), “Courage” Foundation Plovdiv (Bulgaria), Romanian Association for Sports and Culture (Romania), Fc Leader (Bulgaria), Bulgar. – Oesterreih. Kulturvereingraz (Austria).