Pagina aggiornata il 9 Dicembre, 2019
Ecco il classico caso all’italiana (e poi ce la prendiamo con l’Europa..) in cui non si capisce nulla fino alla fine. E dove chi sbaglia, per scarse informazioni o mancati strumenti, pagherà anche gli errori rilevati a posteriori.
La Mini Imu è un chiaro esempio dell’incompetenza in materia dei legislatori. Mesi a discutere sull’abolizione dell’Imu, con canti di vittoria per i sostenitori, e poi, dal decreto relativo, in cinque righe di un comma qualunque, ecco spuntare la soluzione tipica del Bel Paese.
Entro il 24 gennaio saremo chiamati a pagare un’imposta che non è una tassa, ma un’equazione algebrica di terzo grado a più incognite. E’ quasi impossibile, per la maggior parte dei cittadini coinvolti, azzeccare l’importo dovuto senza ricorrere a professionisti del mestiere. Il quadro generale, poi, diviene ancor più opaco se consideriamo che gli stessi Comuni, assessori, non hanno capito granché.
Ma cosa si paga allora?
Iniziamo con il dire che le aliquote in questione sono due:
- aliquota base (4 per mille o 0,4%)
- aliquota decisa dal Comune (dal 4 al 6 per mille)
I cittadini residenti nei Comuni in cui l’aliquota è rimasta uguale a quella base (0,4%), non pagheranno la cosiddetta “Mini Imu”.
Gli altri, invece, dovranno pagarla.
Si prende la differenza tra la base (0,4%) e l’aliquota maggiorata (ad esempio lo 0,6%, il massimo consentito) e si ottiene un’altra percentuale (in questo caso 0,2%). Di questo valore (0,2%), il cittadino dovrà pagare il 40%.
Esempio pratico Mini Imu prima casa
Un cittadino è proprietario di una casa per il 100% (è l’unico intestatario dell’immobile).
La rendita catastale è pari a 500 euro.
Per calcolare la base imponibile si deve aggiornare tale valore con la rivalutazione del 5%.
Quindi: 500 + 5% = 500 + (500/100) x 5 = 500 + 25 = 525
Poi si deve moltiplicare il risultato per 160 (categoria A, C2, C6, C7: è il moltiplicatore per la prima casa), cioè 525 x 160 = 84.000.
Questo 84.000 è la nostra base imponibile.
Calcoliamo ora le due Imu con (0,6%) e senza (0,4%) aumento comunale.
Nel primo caso abbiamo:
84.000 x 0,6% = (84.000 / 100) x 0,6 = 504
Nel secondo caso abbiamo:
84.000 x 0,4% = (84.000 / 100) x 0,4 = 336
La differenza tra i due importi (504 – 336) è uguale a 168.
Il cittadino dovrà pagare il 40% di 168, ossia: (168 / 100) x 40 = 67,2 euro.
Alcuni nel calcolo inseriscono la detrazione prima casa di 200 euro sia nel primo che nel secondo caso. Ma non serve a nulla, poiché aggiungendo lo stesso valore a due importi, la loro differenza resta immutata.
Decreto Legge 30 novembre 2013, n. 133
Disposizioni urgenti concernenti l’IMU, l’alienazione di immobili pubblici e la Banca d’Italia.
Articolo 1, comma 5: “L’eventuale differenza tra l’ammontare dell’imposta municipale propria risultante dall’applicazione dell’aliquota e della detrazione per ciascuna tipologia di immobile di cui al comma 1 deliberate o confermate dal comune per l’anno 2013 e, se inferiore, quello risultante dall’applicazione dell’aliquota e della detrazione di base previste dalle norme statali per ciascuna tipologia di immobile di cui al medesimo comma 1 e’ versata dal contribuente, in misura pari al 40 per cento, entro il 16 gennaio 2014“.