Pagina aggiornata il 11 Marzo, 2024
Recensione numero trentatré per il settimanale appuntamento con la lettura da noi consigliata, attraverso la rubrica Eco del Libro.
E’ questione di tempo… Quanto è lungo il nostro tempo? La nostra vita e le tante vite che le passano accanto e vivono brevi o lunghi momenti, quanta capacità hanno di dare un senso alle azioni che producono? La staticità dell’ambiente è sinonimo di durezza o di forte fragilità?
Le domande si affollano alla fine della lettura del bel romanzo di Mariolina Venezia Mille anni che sto qui.
Quando si legge questo romanzo storico si pensa che il paese di Grottole, in Lucania, non sia poi tanto diverso dal paese dove si è nati, o da quello nel quale si è vissuto o si vive. Si pensa alla propria famiglia, numerosa e antica nel caso di nonna Candida, la protagonista del racconto, con quasi due secoli di storie tramandate, celate, rilevate o stravolte per convenienza.
Nelle vicende della famiglia di Candida, protagoniste positive sono le donne, anche se si piegano all’idea del maschio padrone. La società raccontata è senza dubbio maschilista; l’uomo conta, decide, come nel caso di don Francesco che sposa la contadina amante Concetta, la quale dopo sei femmine partorisce l’unico maschio; e per ironia della sorte, da adulto, amerà farsi fotografare da donna! Al contrario, le donne di Grottole legano la comunità nei vari ricordi di Candida. Le donne regnano, con amori e dolori che attraversano la storia del paese lucano, dell’Italia e del mondo, dall’unità della nostra nazione alla caduta del muro di Berlino. Candida tesse una tela come una novella Parca di tutti i personaggi, racconta la vita e la morte nel gioco naturale che esalta soprattutto gli anziani come i custodi preziosi della memoria.
E’ stata brava Mariolina Venezia a intrecciare queste storie, con uno stile che solca i migliori tratti della letteratura meridionale e nazionale. Racconti che si bagnano nel verismo e nella poesia, con diversi tratti di “realismo magico”. Mariolina Venezia ci da anche una visione diun Sud che subisce le trasformazioni con storie di padroni e cafoni, di uomini e donne.
Storie di emigranti che, partendo, portano con loro la propria terra e la voglia di riscatto, ma che ritornandovi non ne ritrovano la purezza. Come nel caso dell’amara constatazione di Gioia, la nipote di Candida, che al ritorno a Grottole non trova più campagna a perdita d’occhio ma alla sua vista si interpone sempre qualcosa: un pilone, un cartellone pubblicitario, oggetti di “sviluppo” senza anima.
(Dario De Vecchis)
Rubrica: Eco del Libro
Mille anni che sto qui di Mariolina Venezia (Einaudi)
Pagine: 224
Prezzo: 15 euro