In Italia ci sembra di essere reclusi in casa, mentre nel resto d’Europa e, in generale, in occidente, se la stanno prendendo comoda, reagendo solo a danno compiuto, senza alcuna strategia di prevenzione.
Forse dovremmo tutti guardare ad est, e vedere come stanno affrontando l’epidemia del Covid-19, il nuovo Coronavirus, quei paesi in cui il numero di contagi è drasticamente calato.
Da alcune testimonianze di italiani (torinesi) tornati in Asia, dove vivono e lavorano da anni, possiamo capire meglio il metodo adottato da quei governi e renderci conto che non stanno di certo prendendo il virus sottogamba.
Giunti all’aeroporto di Shanghai, in Cina (dove i nuovi casi sono solo 20 e solo i 2/3 sono ancora in ospedale), nel tragitto dall’aereo al ritiro bagagli i passeggeri sono stati sottoposti a cinque controlli della temperatura (per la febbre). Dopodiché sono stati suddivisi per zona di residenza e portati a casa a gruppi, in bus, dal personale che vedete in foto qui sotto e scortati dalla polizia.
Prima di rientrare nella propria residenza si fanno altri controlli della temperatura corporea e vengono richiesti nuovamente i documenti.
I nuovi arrivati dovranno restare chiusi in casa per 14 giorni, misurando la temperatura due volte al giorno.
Vengono disinfettati tutti i perimetri intorno alle abitazioni. Presso ogni centro residenziale è presente un check-point con polizia e dottori.
Si può girare solo mostrando il proprio status (adesivo su passaporto o su app dello smartphone), che può essere rosso, giallo o verde. Ad esempio, chi rientra dall’estero e non ha sintomi, rimane con il codice giallo per due settimane. Solo chi ha il codice verde può uscire.
Al contrario, la famiglia italiana rientrata in Cina, segnala che presso gli aeroporti di Nizza e Amsterdam loro erano gli unici con maschera. Nemmeno le hostess l’avevano, mentre invece, partendo alla volta dell’aeroporto di Taipei (Taiwan) le hostess avevano sia guanti che mascherine e tutti i passeggeri con mascherine.
In Europa la situazione è ancora presa alla leggera. Si confida molto sul “fato”, su una regressione spontanea del Covid-19, magari sperando nell’arrivo della primavera, chissà. Per ora l’Italia è l’unico paese ad aver preso un po’ sul serio il nuovo Coronavirus.